Giocare di ruolo fa bene, ed è uno strumento per imparare il confronto. La giuria del Gioco di Ruolo dell’Anno spiega perché certe affermazioni non hanno nulla a che fare con la realtà del gioco e dei giocatori.
Giochi di ruolo: ancora una volta se ne parla senza conoscerli. Paolo Cupola, presidente della giuria che assegna il Gioco di Ruolo dell’Anno, il più importante premio del settore in Italia, in merito alle recenti prese di posizione sul gioco di ruolo dal vivo “Ultimo covo”, ha dichiarato: “Siamo dispiaciuti nel vedere ancora una volta interpretato in maniera profondamente distorta il gioco di ruolo. In inglese si usa il termine “role playing” perché il verbo “to play” unisce in sé i significati di giocare e interpretare, mentre in italiano questo concetto si perde. Ma giocare di ruolo, soprattutto dal vivo (e non attorno a un tavolo), significa interpretare un ruolo, proprio come si fa a teatro, giusto per far capire meglio a chi non ha mai avuto occasione di provarlo personalmente. Non c’è competizione, non ci sono vincitori, c’è il piacere di costruire e raccontare storie. Il gioco di ruolo, infatti, è molto più affine al teatro e al cinema che a una partita a Monopoly.
Nessuno accusa un attore che interpreta un terrorista in un film o a teatro di condividerne le idee, e lo stesso è in un gioco di ruolo. Anzi, aver dedicato un gioco di ruolo dal vivo a un tema storico, reale, è per noi molto positivo perché spinge anche i giovani a documentarsi e a conoscere i fatti di quei tragici anni della nostra storia.
Vogliamo in questo rassicurare tutti coloro che si sono preoccupati, inutilmente. Non c’è banalizzazione, e soprattutto non c’è mancanza di rispetto, possiamo garantirlo, anche perché conosciamo l’accuratezza con cui l’associazione Terre Spezzate realizza le sue sessioni di gioco. Dal 2012 il premio “Gioco di Ruolo dell’Anno” si impegna per la divulgazione del gioco di ruolo in Italia, premiando ogni anno il titolo migliore pubblicato nel nostro Paese. Nel 2017 ha vinto 7th Sea, un gioco di ruolo con ambientazione cappa e spada in un continente che ricorda l’Europa rinascimentale. Ma sempre più spesso il GdR affronta anche temi forti: ricordiamo su tutti Precious, dedicato alla pena di morte e realizzato in collaborazione con l’associazione per i diritti umani Amnesty International. “Mettersi nei panni di”, a volte, può essere il modo migliore per comprendere.